Itinerari imperdibili in mountain bike. Dalla val di Susa alle Alpi del mare

9,90 

Autore: Diego Drago
Formato: 19 x 25,5
Pagine: 160
ISBN: 978-88-7707-157-6

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Descrizione prodotto

Itinerari imperdibili in mountain bike. Dalla val di Susa alle Alpi del mare

Itinerari imperdibili in mountain bike. Una straordinaria sequenza di strade d’alta quota. Valichi, fortificazioni, laghi, rifugi. Panorami di confine. Un’edita collezione di splendidi itinerari per mountain bike dalle Alpi Cozie alle Liguri. Dalla semplice uscita di qualche ora all’impegantiva traversata di più giorni. Cartine, approfondimenti e schede tecniche: difficoltà tecnica e fisica del percorso, dislivelli, tempi di percorrenza, grafici altimetrici. I luoghi dove mangiare e pernottare.

Con la mountain bike la montagna non sta mai ferma

UN ITINERARIO

Dal Castello di Avigliana al castello di Rivoli.

Lasciata l’auto nella comoda e grande piazza del Popolo di Avigliana (368 m, N45 04.794 E7 24.044), si passa a fianco del cimitero e si pedala sulla strada Antica di Francia, che corre parallela alla SS 25, ma con senso di marcia opposto. Si arriva alla borgata Cornaglio (382 m) alle spalle di Buttigliera Alta, in prossimità della torre della Bicocca, struttura di avvistamento databile tra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento, collegata a vista con la torre di Villardora e il castello di Rivoli, come informa la bacheca. In questa prima parte di percorso si alterneranno la Ciclostrada, la strada delle Terre dell’Ovest e la Via dei Pellegrini. Lasciata a sinistra la torre, ci s’inoltra in un boschetto e si giunge a una breve sterrata che incrocia via della Peschiera. Si è ormai in prossimità dell’abbazia di Sant’Antonio di Ranverso (345 m, N45 04.887 E7 26.965, 7 km), storico complesso che comprende la chiesa, in stile gotico piemontese (all’interno celebre e prezioso ciclo di affreschi tardogotici, alcuni realizzati da Giacomo Jaquerio), la Precettoria, fondata per dar rifugio ai pellegrini, e l’Ospedaletto, destinato a curare gli infermi e gli affetti dal fuoco di Sant’Antonio. Si prosegue lungo strada Antica di Collegno fino ad arrivare alla rotonda della ditta Sirena Electra: da lì si prosegue sempre dritto e ci si lascia alle spalle la successiva rotonda, alle spalle del centro commerciale Auchan. Si tralascia l’imbocco autostradale fino alla successiva rotonda, in prossimità della caserma e, imboccato corso de Gasperi a destra, si prosegue sempre dritto e si arriva proprio sotto il castello di Rivoli (423 m, N45 04.190 E7 30.567, 14,2 km). Una breve salita e si arriva all’antica residenza sabauda, oggi Museo d’Arte Contemporanea. Si consiglia un passaggio nel parco di Rivoli, dove si trova una torre panoramica dalla quale si può ammirare una bella vista su Torino. Da Rivoli in poi la parte ciclistica entra più nel vivo, tra strade di campagna facili e rilassanti, colori vivi e profumi forti (se si va in aprile), e si arriva al laghetto Pessina (464 m, N45 03.596 E7 27.931, 19 km). Laghetto e stagno allo stesso tempo, il Pessina è un importante ecosistema costituito da alghe che creano una catena alimentare per microrganismi che vivono sulla superficie, a loro volta cibo per gli anfibi, soprattutto tritoni. Al laghetto è presente un’esaustiva bacheca descrittiva. Si tratta di un’area molto frequentata la domenica, ma anche di un vero e proprio parco giochi per la mtb. Nella collinetta adiacente al laghetto si trova un ciliegio di novant’anni (472 m): da lì si prende un sentiero che corre parallelo alla sterrata di campagna che conduce a Reano. Lungo il percorso, una serie di bacheche informative permette di conoscere meglio la flora della zona, e si possono ammirare alcuni massi erratici. In prossimità dell’abitato di Reano, giunti all’ultimo incrocio prima d’incontrare la strada provinciale, volendo si può svoltare a sinistra in strada vicinale dell’Avena e raggiungere il castello di Reano (491 m, N45 03.182 E7 25.900). Oppure si può proseguire fino alla chiesa della Madonna della Pietà (489 m, 21,6 km), sulla sommità del paese. Per raggiungere il monte Cuneo (648 m, N45 02.922 E7 24.785, 25,2 km) ci sono diverse varianti. In questo caso si pedala in leggera discesa su strada asfaltata tra la chiesa e le sottostanti Case Crocetta e Case Canale, arrivando senza possibilità di sbagliarsi ai piedi del monte. A Case Canale (488 m) la strada diventa sterrata, la risalita non è lunga, ma di sicuro risulta la più impegnativa e tecnica di tutto il giro, con diverse varianti nel bosco. Si giungerà prima a un colletto (592 m, N45 03.304 E7 24.646) e poi nei pressi nel colle Buchet (612 m, N45 03.116 E7 24.562), ormai sulla cresta del monte. Dal «Moncuni» il panorama è amplissimo e spazia dalla Sacra di San Michele sul monte Pirchiriano ai laghi di Avigliana e relativo parco. Una volta in cima, ci si può sbizzarrire e mettersi alla prova con tante salite e discese: una vera e propria scuola di mountain bike naturale. Il luogo è ideale per fare una pausa, prima di iniziare un giro turistico in Avigliana, paese e laghi. Le discese dal Moncuni sono tante, ma in questo caso si è scelta la via più semplice, che arriva ad Avigliana. Dalla punta si ritorna a ritroso sull’itinerario dell’andata fino al colle Buchet, contraddistinto da una palina segnavia che indica anche la discesa su sentiero per borgata Sala, che va trascurata; dal colle per cresta si scende invece in direzione di Avigliana arrivando in borgata Chiattera, in via Chiattera, utilizzando la strada sterrata. Incrociata poi la via Monte Cuneo, si passa al fianco del parcheggio del Tiro a Segno nazionale, in via N. Oronte, e poi s’incrocia via San Pietro, dove si trovano l’omonima porta e la chiesa, che si visiteranno meglio dopo. Alla fine della via, giunti a un ulteriore incrocio, s’imbocca corso Laghi a destra e si ritorna in piazza del Popolo (30 km), dirigendosi verso la stazione fino alla zona pedonale. Si percorrono prima via Roma e poi le vie Einaudi e Alliaud e si entra nel Borgo Vecchio, dove all’asfalto si sostituisce un bell’acciottolato intervallato da lastre in pietra. Meritano una visita la casaforte del Beato Umberto III di Savoia, risalente al tardo Medioevo, e casa Senore, chiamata anche «casa del Vescovo», sebbene Avigliana non sia mai stata sede episcopale. Poco più avanti, uscendo dal borgo, s’incrocia via San Rocco, che in leggera salita conduce all’omonima cappella (410 m), con una suggestiva visuale sul monte Musinè. Si torna indietro e si continua in leggera salita, passando sotto la porta Santa Maria. Ci si trova in via XX Settembre, si giunge a una piazzetta e si gira in via Cavalieri di Vittorio Veneto (che inizia in piazza del Popolo, punto di partenza dell’itinerario). Si prosegue sempre in salita e si arriva alla torre circolare della cinta muraria del XIV secolo e, al culmine della salita, alla casa di Porta Ferrata (407 m). S’imbocca ora in discesa via Norberto Rosa e si gira quasi subito a destra sulla salita al Castello (477 m, N45 04.842 E7 23.599), da dove si può godere di una pregevole vista a 360°. In discesa si arriva in piazza Conte Rosso (396 m). Lì si trovano l’antica sede del Municipio che (pur rimaneggiato) conserva ancora lo stemma dei Savoia, e la torre civica. Si prosegue in discesa per un breve tratto e si arriva alla piazzetta San Giovanni e all’omonima chiesa, al cui interno si possono notare affreschi medioevali, alcune notevoli opere di Defendente Ferrari e un pregevole pulpito ligneo del Cinquecento. Poco più avanti, invece, si può ammirare la torre dell’Orologio (37 km) che Alfredo D’Andrade riprodusse nella costruzione del Borgo Medioevale di Torino. In realtà, come recita la bacheca informativa, la torre dell’Orologio è chiamata così perché sorge vicino a un’altra grande torre d’angolo trecentesca, che ospitava un orologio pubblico, con tutta probabilità tra i più antichi d’Italia, secondo solo a quello di Sant’Eustorgio a Milano. Individuabile nell’iconografia del Seicento, si presume che la torre sia stata incendiata e distrutta durante la presa di Avigliana nel 1691 e rasa al suolo nel XIX secolo. Si è ormai quasi alla fine del giro di Avigliana: rimangono da vedere la porta Ferronia (370 m, N45 04.660 E7 23.646), la porta San Pietro e l’omonima chiesa romanica, già chiesa cimiteriale, che conserva un’importante serie di affreschi, realizzati in epoche successive tra XII e XVI secolo. I più interessanti illustrano episodi della Vita di Giuseppe, Maria e della Maddalena e sono ispirati ai vangeli apocrifi (fine XV secolo). Si è ormai vicinissimi al lago Grande, dove sorge il santuario della Madonna del Laghi. Si consiglia il giro dei due laghi, il Grande e il Piccolo, per completare un tour ricco di storia e natura.

L’AUTORE

Diego Drago
È nato a Torino nel 1975. Di origine siciliana, iniziato alla montagna in val Maira, arriva in alta valle Susa nel 1988, dove comincia a dedicarsi al cicloalpinismo sulle Alpi Cozie, poi conquista anche le Marittime. Diplomato operatore turistico, istruttore di spinning, accompagnatore cicloturistico, è guida MTB e docente dell’Accademia Nazionale di Mountain Bike e presso il Consorzio Formont per la formazione professionale delle attività di montagna.

 

Informazioni aggiuntive

Uscita in libreria

Aprile 2013.