La via delle Genti, da Cannobio a Cannero, è un’escursione panoramica affacciata sul lago Maggiore, tra faggi e castagni lungo un antico sentiero, per tornare con una minicrociera in battello.
Di Annalisa Porporato e Franco Voglino.
La via delle Genti consente di esplorare, oltre a due borghi molto caratteristici, anche un bosco di querce, uno di castagni, alcune piccole cascatelle d’acqua e uno splendido punto panoramico. Si inizia andando dal parcheggio all’imbarcadero si passa nei pressi del santuario di Cannobio, dal quale una breve scalinata scende sulla passeggiata lungolago, ricca di locali e a due passi dall’imbarcadero (fontana). Si percorre il piacevole e ampio lungolago di piazza Indipendenza per poi prendere in salita via Marconi (cartelli «Centro Storico»). Si noti, all’incrocio con via Umberto I, la fontana e gli affreschi che si trovano al di sotto del portico, a sinistra del cinquecentesco palazzo Pironi. Si prende ora a destra per via Umberto I, pedonale e ricca di attività commerciali e ristori, per poi attraversare la via aperta al traffico e arrivare accanto al bel palazzo Parasi, del 1291 (fontana) dietro il quale si trova il romanico campanile di San Vittore, che ospita l’ufficio del turismo. Si prosegue dritto lungo via Antonio Giovanola, non pedonale ma con traffico abbastanza ridotto, e se ci si volta un momento si vedrà il bel campanile romanico inquadrato dalla prospettiva della via. Si deve girare a sinistra imboccando la stretta via G. M. Giovanola, che si fa selciata e passa nei pressi di un grande lavatoio quadrato. Attraversata una via asfaltata, si prosegue dritto per qualche passo ancora, arrivando a un bivio. Si prende a destra la via in salita (cartelli bianchi «Casali Bagnara» e «Casali Roccolo», segni biancorossi), arrivando a un nuovo incrocio. Si va ora a sinistra (cartello biancorosso «Cannero» e cartello giallo «Via delle genti»).
Nella natura
La strada si fa stretta e in forte salita, fino a uno slargo che serve da piccolo parcheggio, dove diventa sentiero e poi si trasforma in una bella selciata che continua a salire decisa oltre un vecchio pilone votivo di pietra. Passata a ridosso delle recinzioni di alcune abitazioni, la selciata diventa più dolce e s’immerge in un bel bosco di castagni. Si sale ancora, mentre tra i rami si apre a tratti la vista su Cannobio. Nella rinfrescante ombra del fitto bosco di querce e castagni si arriva a una selciata più grande e regolare che si prende a destra, in salita, e che porta alle case della borgata Solivo (fontana). Giunti a una strada asfaltata la si prende verso destra, sempre in salita (cartello bianco «Viggione»). Si segue l’asfalto per circa 250 metri, per poi abbandonarlo prendendo una selciata a sinistra (cartello «Cannero» e cartello giallo «Via delle genti»). Questa via raggiunge una selciata più ampia e si continua a sinistra con salita costante, arrivando a Molineggi. La borgata è annunciata da una minuscola chiesetta, ospita un grande mulino ed è costellata da numerose sculture metalliche ottenute per lo più da vecchi attrezzi agricoli. Passato un suggestivo ponte di pietra, ci s’inoltra in un bel tratto delimitato da una parte da una ringhiera in legno e dall’altra da rocce suggestive, su cui si sono abbarbicati nel tempo dei castagni, assumendo a volte forme assai insolite. Poco oltre si tocca la quota massima dell’intero percorso (500 m) e si abbandona la via per il sentiero a sinistra, finalmente in discesa (cartello «Cannero»), che corre tra i castagni attraversando un suggestivo rio con rocce che, dopo le piogge, ospitano suggestive cascatelle.
Verso Cannero
La ripida discesa porta a sfiorare le abitazioni di Carmine Inferiore, trascurate per proseguire verso destra (cartello «Cannero»), lungo un tratto che attraversa diversi piccoli rii. Una scalinata fa prendere un po’ di quota e avvicina a Carmine Superiore e al suo santuario. Il luogo è magnifico, sospeso sulla roccia e con un superbo panorama dalla terrazza che si allarga accanto alla chiesa. Un punto in cui fermarsi a ritemprarsi. Si deve ora attraversare la borgata (fontana) percorrendone gli stretti vicoli di pietra, seguendo i bolli biancorossi ma facendo attenzione ai cartelli, perché va tenuta la sinistra (cartelli «Cannero»), per lasciare la borgata dapprima in discesa, poi in alternanza a tratti in salita. Nel fitto bosco formato da castagni ritorti ed evocativi, a volte appaiono, un po’ di sorpresa, suggestivi ruderi di edifici in pietra avvolti dalla vegetazione. Si giunge poi a una zona più aperta e terrazzata, da cui si apre la vista sul lago e sui castelli di Cannero. Si attraversa la piccola borgata di Cheggio (281 m) seguendo le indicazioni «Cannero» e scendendo fino alla strada statale, che va attraversata (prestando molta attenzione). Si prende poi subito la pedonale a sinistra che, in discesa, porta verso Cannero; ancora a sinistra, girando all’altezza di un cartello «Cannobio», si arriva al piccolo porto, alla passeggiata lungolago e all’imbarcadero, da cui prendere il battello per il ritorno dopo essersi rifocillati lungo la splendida e colorata riva lacustre.
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