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Mont Saint-Michel
21 maggio 2019

Mont Saint-Michel, la gemma più preziosa della baia omonima, si trova alla foce del fiume Couesnon, fiume che segna il confine tra la Bretagna e la Normandia. Perché se è vero che il luogo sacro, dal punto di vista amministrativo, si trova in Normandia, la sua posizione centrale nella baia lo rende di fatto zona franca, che non appartiene ad altri che a sé stessa.

Di Annalisa Porporato e Franco Voglino.
Su Mont Saint-Michel esiste un detto, che tradotto dal bretone suona così: «Il Couesnon, nella sua follia, collocò il Mont Saint-Michel in Normandia». Un tempo, l’isola di Mont Tombe era solamente un grosso scoglio granitico situato a poca distanza dalla costa, forse luogo di culto celtico. Nel VII secolo vi fu costruito un oratorio, diventato poi un monastero benedettino che raggiunse il massimo fulgore tra il XII ed il XIII secolo. Solo durante la Rivoluzione Francese l’abbazia visse un periodo difficile, trasformata come fu per settant’anni in prigione per i detenuti politici.
Mont Saint Michel

Foto tratta da «Itinerari imperdibili in Bretagna e Normandia» di Annalisa Porporato e Franco Voglino.

Dalla sua fondazione divenne quasi subito un luogo di particolare devozione e i pellegrini, detti miquelots, giungevano anche da lontano. Era così importante che durante la Guerra dei Cent’anni gli inglesi, che all’epoca dominavano il territorio circostante, ma non l’isola, concedevano a pagamento dei lasciapassare ai devoti (ovviamente a pagamento).
Mont Saint Michel

Foto tratta da «Itinerari imperdibili in Bretagna e Normandia» di Annalisa Porporato e Franco Voglino.

Due consigli per il viaggio

Avvicinarsi al complesso di Mont Saint-Michel è una specie di viaggio nel tempo. Appare già da lontano e – se si è scelto di giungervi a piedi – l’impressione di trovarsi nel passato è ancora più forte.
È vero, e questo va detto, che si tratta di uno dei luoghi più visitati di Francia (e forse del mondo), con più di 3 milioni di visitatori l’anno e non ci si deve aspettare una visita in solitaria.
Questa affluenza, purtroppo, disturba un po’ la sensazione di magnificenza che si potrebbe avere: perciò, si consiglia, se possibile, di arrivare la mattina presto o di aspettare il tardo pomeriggio o la sera, quando la maggior parte dei turisti si allontana.
Mont Saint Michel

Foto tratta da «Itinerari imperdibili in Bretagna e Normandia» di Annalisa Porporato e Franco Voglino.

Dentro il cuore di pietra dell’isola

A Mont Saint-Michel si accede unicamente dalla Porte de l’Avancée. Subito dopo l’ingresso si trova l’ufficio del turismo, ospitato nell’antico corpo di guardia dei Bourgeois (del XVI secolo). Si passa quindi per la Tour du Roi, ancora con il ponte levatoio (XV secolo) e subito dopo, sulla destra, si trova la Tour de l’Arcade, alloggio per le guardie dell’abate. Si percorre ora la via principale, la Grande Rue, ricca di bar e negozi ospitati nelle case del XV-XVI secolo; la via porta in salita fino all’abbazia, passando davanti alla chiesa di Saint-Pierre, dell’XI secolo. Dal cammino di ronda si ha la vista più bella sulla baia.
Mont Saint Michel

Foto tratta da «Itinerari imperdibili in Bretagna e Normandia» di Annalisa Porporato e Franco Voglino.

Le maree

Irrinunciabile è veder montare la marea, soprattutto dalla Tour du Nord. Ricordiamo che nella baia si verificano le maree più alte d’Europa, fino a 16 metri di differenza tra l’alta e la bassa: in questo secondo caso, l’acqua si ritira fino a15 km dalla costa. Ma le maree di Mont Saint-Michel sono anche le più rapide (raggiungono la velocità di un cavallo al galoppo) e assistervi dall’alto di una torre o dalla terrazza della chiesa è uno spettacolo che merita di per sé il viaggio fino a qui.
Mont Saint Michel

Foto tratta da «Itinerari imperdibili in Bretagna e Normandia» di Annalisa Porporato e Franco Voglino.

L’abbazia

Sopra a ogni cosa si eleva l’abbazia,che si innalza su tre livelli in cui il più basso è il più antico e conserva oggi, come cripta, l’originaria chiesa carolingia; a questo livello trovavano ospitaltà soldati e pellegrini. Il livello intermedio era riservato agli ospiti più illustri, mentre quello più alto, dove si trova la chiesa abbaziale dedicata all’arcangelo Michele, era per i monaci. Sul lato nord si trova il complesso denominato «La Merveille», un gioco di elementi gotici costruito su tre livelli in soli sedici anni. Molti gli elementi di pregio che riunisce: il chiostro, dalle eleganti colonnine a linee sfalsate in stile anglo-normanno del XIII secolo; la sala dei cavalieri, il refettorio, l’elemosineria.
Mont Saint Michel

Foto tratta da «Itinerari imperdibili in Bretagna e Normandia» di Annalisa Porporato e Franco Voglino.

Dal 1979, Mont Saint-Michel e la sua baia fanno parte del patrimonio mondiale Unesco. Una cosa è il comune e un’altra l’isola: entrambi portano il medesimo nome, ma la differenza è data dai trattini: Mont-Saint-Michel per il comune, Mont Saint-Michel per l’isolotto. Il comune ha ben 44 abitanti; i turisti che visitano l’abbazia sono circa 3.200.000 l’anno.
Mont Saint Michel

Foto tratta da «Itinerari imperdibili in Bretagna e Normandia» di Annalisa Porporato e Franco Voglino.

Il fondatore

Al di fuori del centro vero e proprio, su uno sperone a nordovest, si trova la cappella del XV secolo dedicata a Saint-Aubert, fondatore dell’abbazia. Si narra che l’arcangelo Michele gli apparisse per tre volte in sogno, ma che Aubert, all’epoca vescovo di Avranches (709), facesse, per così dire, orecchie da mercante. La terza volta, l’arcangelo gli toccò il cranio con un dito, lasciandovi un foro rotondo. Finalmente convinto, il vescovo si affrettò a erigere sulla cima del Mont Tombe l’oratorio dedicato all’arcangelo che sarebbe poi diventato lo splendido complesso abbaziale.
Mont Saint Michel

Foto tratta da «Itinerari imperdibili in Bretagna e Normandia» di Annalisa Porporato e Franco Voglino.

Mère Poulard

Merita almeno una citazione la signora Annette Boutiat, nata a Nevers nel 1851, cameriera. Giunta sull’isola al seguito della famiglia presso cui lavorava, sposò il signor Victor Poulard, figlio di uno dei panettieri locali. Una volta sposati presero in gestione un hotel-ristorante. All’epoca i pellegrini e i (pochi) turisti accedevano all’isola a piedi, a cavallo o in maringote (carrozzino a due ruote trainata da cavalli) in base agli orari delle maree e quindi giungevano in orari inusuali, che non sempre coincidevano con i normali pasti; tuttavia, la traversata stuzzicava l’appetito. Annette s’ingegnò e per accontentare i suoi ospiti offrì loro delle omelette. Queste si rivelano così buone che la cosiddetta «mère Poulard» diventò famosa anche a Parigi e molti turisti giunsero anche solo per assaggiare le sue famose frittate. Ancora oggi ci si chiede quale fosse l’ingrediente segreto: forse la fame?
Mont Saint Michel

Foto tratta da «Itinerari imperdibili in Bretagna e Normandia» di Annalisa Porporato e Franco Voglino.

L’agnello Prés-Salés

Detentori del marchio AOP, gli agnelli che pascolano lungo la baia di Mont-Saint-Michel presentano la caratteristica di avere carni dal gusto unico, dato dalle erbe salmastre di cui si nutrono, ricche di sali minerali perché bagnate dalle maree. Si fregiano della denominazione di origine protetta 5 allevatori dell’Ille-et-Vilaine (in Bretagna) e 10 della Manche (in Normandia); un agnello, per essere AOP, deve aver pascolato per almeno 70 giorni nella zona salmastra della baia.

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