San Pietro di Stroppo esattamente come le più note pievi di San Peyre di Camoglieres, San Salvatore a Macra, San Peyre di Prazzo, San Sebastiano di Celle e San Sebastiano di Marmora, racchiude al suo interno uno dei cicli pittorici più caratteristici della Val Maira.
Di Gian Vittorio Avondo.
San Pietro di Stroppo è raggiungibile, da Torino, seguendo la A6 Torino-Savona, allo svincolo di Carrù passando sul tratto praticabile della Asti-Cuneo (A33), proseguendo fino alla zona industriale di Cuneo e imboccando qui la provinciale 589, quindi la 174, con la quale si giunge a Dronero. Dal centro della cittadina s’imbocca la statale 22 della val Maira fino a Macra.
Superato il capoluogo Bedale, si continua lungo la statale di fondovalle fino all’ingresso dell’abitato di Bassura, ma poco prima di entrarvi si prende a destra una rotabile in salita (indicazione «Stroppo»), che in breve porta al capoluogo Paschero. Continuando in salita, dopo 2 tornanti si trova, isolata, l’antica chiesa di San Pietro di Stroppo in val Maira (130 km da Torino).
La chiesa e il cimitero
La chiesa cimiteriale di San Pietro (San Peyre) a Stroppo fu costruita tra il XII e il XIII secolo e per lungo periodo, fino al 1825, insieme a San Giovanni Battista (odierna parrocchiale di Paschero), fu la chiesa principale del paese. Alla fine del primo quarto del XIX secolo, tuttavia, il cimitero che le era accosto, di cui non conosciamo la data di edificazione, venne sconsacrato e allo stesso tempo l’antico tempio perse la funzione cui era stato destinato. Oggi viene aperto soltanto in occasione della festa titolare, ma mantiene integro il suo fascino.
Del camposanto, invece, sono ancora visibili parte del muro perimetrale e lo spazio dedicato alle sepolture, nonché il portale d’ingresso sormontato da un robusto architrave in pietra. Poco discosta, una croce in pietra di fattura trecentesca ricorda l’antica finalità del luogo. Se all’esterno la struttura dell’edificio si presenta abbastanza semplice, con tetto a falde in ardesia e campaniletto a vela, più tardi affiancato da una più grande torre campanaria gotica con cuspide ottagonale, all’interno è assai più complessa.
Le navate sono tre, quella centrale più grande e più alta, separate da robuste colonne in pietra. Tutte le navate culminano con un’abside e quella centrale, di dimensioni maggiori e divisa in due cappelle con volta a sesto acuto, è ornata con affreschi del XV secolo, attribuiti ad autore ignoto. Tra questi da rilevare un Cristo in trono affiancato dai santi Pietro e Paolo, cui la chiesa è intitolata, un’Annunciazione, una Rappresentazione dei dodici apostoli e, nella cappelletta minore, una Natività, un’Adorazione dei Magi e una Dormitio Virginis, con raffigurazioni tratte dai Vangeli apocrifi.
Dello stesso anonimo autore, una Madonna in trono con Bambino tra san Pietro e sant’Antonio. Altri affreschi, raffiguranti Santa Maria Maddalena, San Bernardo, Santa Barbara, San Sebastiano e Santa Caterina d’Alessandria, sono attribuibili ad altri due frescanti, dunque nella chiesa operarono ben quattro diversi pittori, tutti più o meno contemporanei, che contribuirono a fare del piccolo santuario uno dei tesori d’arte più significativi della val Maira e del Cuneese.
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