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Sentieri della Resistenza. Itinerari escursionistici sui sentieri partigiani del Nordovest
Sentieri della Resistenza. Nei 20 mesi tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, le Alpi e le colline piemontesi e liguri sono state uno dei teatri principali della Resistenza nel Nord Italia. Per la prima volta, questo volume riunisce una serie di spettacolari itinerari sui sentieri che hanno fatto la storia della guerra di liberazione: dalla Liguria del partigiano Calvino alle montagne di Nuto Revelli, dalle valli del Torinese alle cime di confine con la Valle d’Aosta. I luoghi delle battaglie, la storia delle formazioni partigiane, la ricostruzione degli eventi, le testimonianze dei protagonisti. Una guida escursionistica completa e originale: descrizione dei percorsi, cartine, approfondimenti. Un apparato iconografico straordinario.
In Piemonte, nella prima fase, le formazioni partigiane si costituirono soprattutto nelle valli di montagna, partendo da quelle delle Alpi Marittime, attraversate, nei giorni successivi all’8 settembre 1943, da un gran numero di soldati sbandati. Si trattava soprattutto di formazioni autonome, non legate, almeno nei primi tempi, ad alcun partito politico: in val Pesio con il capitano Cosa, in val Casotto con il maggiore degli alpini Enrico Martini “Mauri”, intorno a Boves con Ignazio Vian, in val d’Ossola con Alfredo e Antonio Di Dio, in val Strona con Filippo Beltrami, in val Toce con Eugenio Cefis e Giovanni Marcora; in val Chisone con il sergente alpino Maggiorino Marcellin “Bluter”. Si formarono anche formazioni politicamente più organizzate come le unita gielliste legate al Partito d’Azione (tra la val Gesso e la valle Grana) e organizzate da politici e intellettuali come Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco e Benedetto Dalmastro ed ex ufficiali e graduati dell’Esercito come Luigi Ventre, Renzo Minetto, Giorgio Bocca, Nuto Revelli. Le unità comuniste, i “garibaldini”, si aggregarono attorno a personalità dal forte carisma, come Pompeo Colaianni “Barbato”, ufficiale di cavalleria, in valle Po, Giancarlo Pajetta, Antonio Giolitti e Gustavo Comolli, Guido Sola, Battista Santhià e Francesco Moranino “Gemisto” nel Biellese; prestigiosi combattenti come Vincenzo Moscatelli “Cino”, Eraldo Gastone “Ciro” e Pietro Secchia “Vineis”, futuro dirigente del PCI, in val Sesia. Nel novembre 1943 oltre metà dei 4000 partigiani, stimati alla macchia sulle montagne si trovavano in Piemonte, la regione con la resistenza più organizzata e attiva.
Una montagna diversa. Da percorrere a piedi, per non dimenticare
L’AUTORE
Diego Vaschetto
Laureato in Scienze geologiche all’università di Torino, specialista in scienze e culture alpine, difesa del suolo e tutela dell’ambiente, si occupa di glaciologia alpina e artica, vulcanologia, meteorologia e rilevazione nivometrica. Ha collaborato come fotografo con alcune riviste ed è stato consulente scientifico nella stesura di guide turistico-escursionistiche.