Il 2 giugno, oltre alla Repubblica, si celebra anche il primo voto delle donne. Un passo importante della nostra storia letto attraverso il diario di una delle protagoniste meno note.
Di Marcella FIlippa
Il 2 giugno 1946 dodici milioni di donne si recano a votare, per la prima volta nel nostro Paese. Una percentuale altissima di esse si reca alle urne: ben l’89,2 % delle italiane, il cui diritto era stato sancito col decreto n. 23 del febbraio 1945: tutte le donne, compiuti i 21 anni, tranne le prostitute schedate, hanno diritto al voto.
Non lasciate tracce di rossetto
Sul vademecum dell’elettore leggiamo: «Le donne si guardino dal lasciar tracce di rossetto sulle schede». Verranno eletti in 31 collegi 556 deputati, di cui il 3,7% donne, ovvero 21 deputatesse, così venivano allora chiamate. Nove democristiane, nove comuniste, due socialiste e una rappresentante dell’Uomo qualunque.
Caro diario, si è realizzato il mio sogno, la Costituzione entra in vigore, è anche la Costituzione delle donne.
Tre di esse sono piemontesi. Teresa Noce, nome di battaglia Estella; Rita Montagnana, nome di battaglia Marisa e Angiola Minella, nome di battaglia Lola. Paradossalmente, sembrano incarnare nei loro aspetti la frase del vademecum sopra citata. Quasi sempre senza rossetto, poco inclini alla cura e all’attenzione del corpo, votate a un’esistenza che nega spesso loro la parte femminile.
Angiola Minella
Delle tre donne piemontesi forse la meno nota è proprio Angiola Minella. Nata a Torino il 3 febbraio 1920, studia al liceo D’Azeglio. Uno dei sui compagni di classe è Gianni Agnelli. Il suo desiderio è di fare il medico: la madre si oppone perché giudica la professione poco consona a una donna. Con la famiglia sfolla in Liguria: qui ha inizio il suo impegno nella Resistenza, nelle zone del cuneese. Eletta in Parlamento e poi al Senato, si occuperà dei diritti delle donne, dei bambini e del diritto alla salute. Il suo diario, recuperato da studenti di una scuola del savonese, documenta con passione, giorno per giorno, quella stagione.
Un’orgogliosa Lola
Proprio su quel diario, il 1 gennaio 1948, Angiola Minella scrisse: «Caro diario, si è realizzato il mio sogno, la Costituzione entra in vigore, è anche la Costituzione delle donne. Dopo tanti anni di sofferenza e lotte, da oggi uomini e donne hanno gli stessi diritti. Capisci! Una cosa che fino a qualche anno fa non si poteva immaginare! […] Sai diario, spero anch’io di avere una bambina e con queste leggi sono sicura che vivrà in un mondo migliore! […] Io vigilerò. Mi piacciono questi cambiamenti, io vi ho contribuito insieme alle altre donne della Costituente. Una orgogliosa Lola».
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