Tutte le spiagge della Maddalena in un contesto naturale fatto da sessanta tra isole e isolotti, un arcipelago di scisto e granito appoggiato su un mare turchese, un paradiso naturale che emoziona di miglio in miglio, sia in mare sia a terra, sia sopra sia sotto l’acqua.
Di Andrea Carpi.
Tutte le spiagge della Maddalena in un arcipelago (dal 1996 protetto da un parco naturale) che è un luogo da sogno, di una bellezza tale che può lasciare senza fiato. Ma la bellezza è ambita da tutti, e nei mesi di sovraffollamento rischia di diventare opaca, di perdersi nel via vai (con poche regole e pochissimi controlli) di gommoni e natanti, nella difficoltà di trovare un posteggio o un angolo di spiaggia dove posare un telo, nell’odore di crema abbronzante e gasolio che può sovrastare le essenze profumate della macchia mediterranea.
La Maddalena
La Maddalena è l’isola principale, il porto di sbarco quando si arriva da Palau e l’unica – insieme a Caprera, a cui è collegata da un istmo artificiale – a essere abitata. Frequentata dal neolitico, l’isola venne poi di fatto abbandonata dalla fine dell’impero romano fino al XVII secolo, quando vi si stabilirono dei pastori corsi.
Verso la metà del Settecento il ministro per la Sardegna, Giovanni Battista Bogino (che grazie all’assonanza del suo nome con il termine catalano buchi, «carnefice», e per la gestione da colonizzatore dell’isola, è entrato in modo poco lusinghiero in diverse espressioni malauguranti in lingua sarda: ancu ti curxat su buginu, «il boia si prenderà anche te»), mandò sull’isola un distaccamento militare e nel giro di una ventina d’anni si formò il primo insediamento intorno a Cala Gavetta.
Il 23 febbraio 1793, la giovane comunità dovette affrontare l’attacco dell’esercito francese guidato da un ufficiale corso di poco più di vent’anni, Napoleone Bonaparte, che prese Santo Stefano, ma fu poi respinto dal coraggio e dalla resistenza dei sardi. A mettersi in luce fu il maddalenino Domenico Millelire, prima Medaglia d’Oro al Valor Militare della Marina militare italiana.
Millelire, consapevole dell’evidente inferiorità di uomini e mezzi, decise di sfruttare la strategia e la conoscenza del territorio, spostando più volte uno dei cannoni a disposizione per colpire le navi francesi, costringendole infine alla fuga.
Il centro storico
Prima di lanciarci alla scoperta di tutte le spiagge della Maddalena merita fare un giro nel borgo. Il centro storico ruota intorno a via Garibaldi ed è compreso all’incirca tra il porto, il lungomare (in piazza 23 Febbraio, al centro della rotatoria, c’è l’alta colonna Garibaldi, eretta nel 1907 per il primo centenario della nascita, mentre nella parte pedonale è stata deposta una delle palle di cannone sparate dalle truppe di Napoleone) e il forte di Sant’Andrea.
La chiesa di Santa Maria Maddalena fu costruita tra il 1814 e il 1819 grazie all’interessamento del barone Giorgio Andrea des Geneys, al posto della precedente parrocchiale ormai insufficiente. In chiesa si trovano un bell’altare policromo e un grande crocifisso ligneo, entrambi di scuola genovese, mentre nel museo diocesano si possono ammirare i candelabri d’argento e il crocifisso che l’ammiraglio Nelson donò all’isola.
Garibaldi ritorna anche nella piazza omonima, cuore del borgo: la sua statua in bronzo troneggia tra il municipio, il mercato civico e i tanti caffè e ristoranti che la animano.
Villa Webber
Prima di lasciare il borgo, per andare a scoprire cale, anfratti e tutte le spiagge della Maddalena disseminate nei 45 chilometri di costa dell’isola, vale la pena fare una breve sosta a villa Webber (in località Padule, ai margini dell’abitato andando verso Tegge), una splendida dimora in stile moresco italiano, costruita sul finire dell’Ottocento dall’inglese James Phillips Webber (un uomo d’affari, o forse una spia) che vi abitò fino alla morte, negli anni Venti.
Gli arredi (tra i quali – si dice – una straordinaria biblioteca) furono messi all’asta e la villa restò disabitata fino al 1943, quando per meno di un mese fu la prigione di Benito Mussolini, che qui restò dal 7 al 27 agosto prima di essere trasferito sul Gran Sasso.
Le spiagge
Si può andare incontro a tutte le spiagge della Maddalena uscendo dal paese (in senso orario) dove si parte con punta Tegge (il nome viene dalle lastre di pietra usate per coprire le case), un arenile di sabbia dorata con fondale roccioso e profondo e altre piccole calette celate tra la scogliera granitica.
Poco più avanti ecco cala Francese, una profonda insenatura nel granito: fino a metà Novecento era attiva una cava molto importante, oggi visitabile. Cala Francese è il nome della più grande (e sabbiosa) tra le spiaggette che si nascondono in questo braccio di mare (non ci sono indicazioni o cartelli: bisogna cercarle con un po’ di pazienza).
La baia, quasi un piccolo fiordo, arriva a punta Carlotto, dove si trovano la vecchia batteria militare e – bianca e azzurra come una visione greca in una prateria di massi di granito – la cappella della Madonnetta, che secondo la tradizione venne costruita nel 1923 dal capoposto della batteria, nel luogo in cui un pescatore di aragoste, qualche anno prima, aveva deposto un’immagine della Madonna come ex voto dopo essere scampato a una forte mareggiata di maestrale.
Bassa Trinità
Dopo, la strada inizia a salire tra bassa macchia mediterranea e rocce dalle forme stravaganti; poche curve e si apre un panorama sontuoso , prima verso nord (nelle belle giornate si distinguono bene le cime della Corsica, che a primavera possono apparire ancora innevate) e poi sull’altro versante, con il paese subito sotto e davanti Santo Stefano e Palau.
Scendendo nella parte settentrionale dell’isola si arriva a Bassa Trinità, considerata tra le spiagge più belle della Maddalena, per le dune di sabbia bianca e fine che la caratterizzano, tra rocce rosate e vegetazione bassa alle spalle. È custodita tra uno sperone di roccia alto 128 metri, un tempo usato come batteria militare, e piccole calette di granito collegate tra esse.
Il nome deriva dalla chiesa della Trinità, costruita al centro dell’insediamento dei primi abitatori corsi e ancora oggi luogo di culto molto caro agli isolani. Il fondale è basso e sabbioso, i colori dell’acqua tra turchese, azzurro e verde.
Abbatoggia e altre spiagge
Dall’incrocio per Bassa Trinità parte anche un’altra strada, sterrata, che porta nella zona di Abbatoggia (dal nome di un isolotto propsicente). Qui ci sono alcune piccole spiagge sabbiose, abbastanza appartate (gli ospiti del campeggio non sono pochi), con nomi curiosi come lo Strangolato e l’Uomo Morto.
Altrettanto (e giustamente) famosa tra tutte le spiagge della Maddalena è Monti d’à Rena, che deve il nome alla duna alta oltre dieci metri di sabbia chiara e fine che domina la spiaggia. Il fondale è basso e sabbioso e affiorano qua e là piccoli scogli di granito, che regalano sfumature di rosso e di rosa alla spiaggia e al litorale.
Sul versante orientale
Superata la spiaggia del Cardellino, sorella minore di Monti d’à Rena, si raggiunge il versante orientale dell’isola. Assomiglia a un piccolo fiordo l’insenatura di cala Lunga, con la spiaggia di sabbia chiara incassata tra le rocce e un mare che il sole rende di un azzurro d’incredibile intensità. Il luogo è molto bello, nonostante la presenza di un grande complesso turistico cresciuto intorno e sopra la baia.
Poco più a sud ecco la spiaggia rosa di cala Spalmatore, un’insenatura nota dall’antichità perché ben protetta dalle intemperie. La spiaggia è sempre molto frequentata, così come il lungo pontile è sempre affollato di barche d’ogni genere e dimensioni. Prima di rientrare in paese si può raggiungere Giardinelli, collegato da un istmo artificiale a La Maddalena (la strada passa dietro lo stadio): è un isolotto rimasto abbastanza libero e selvaggio, con poca vegetazione e qualche caletta tanto piccola quanto piacevole. La spiaggia più nota e più ampia è quella di Testa di Polpo, che prende il nome (tanto per cambiare) dalla forma di un grosso masso di granito a lato dell’arenile.
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