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Le Mistà: «street art» alpina dei secoli passati
16 marzo 2018

Artisti di strada e facciate dipinte: storia e protagonisti di una particolare «street art» nelle valli alpine nordoccidentali.

di Gian Vittorio Avondo

Chi si avventura per le borgate delle valli saluzzesi e cuneesi, in certi ambiti delle valli di Lanzo, in val Sangone o in alcuni villaggi dell’alto Canavese e della Valchiusella (Tallorno in particolare), non potrà non rimanere stupito dal gran numero di affreschi che decorano piloni votivi, cappelle, chiese, ma soprattutto abitazioni private. Sono le cosiddette «Mistà», immagini religiose che nel Settecento e nell’Ottocento divennero estremamente diffuse e che spesso servivano solamente a rendere manifesta la buona condizione economica del committente (che poteva permettersi di pagare il pittore).

 

Dove trovarle

La distribuzione geografica di queste pitture, nell’area di interesse, risulta assai curiosa. Le «Mistà» sono frequenti nei borghi della montagna e della pianura cuneese e saluzzese, scompaiono del tutto nelle valli pinerolesi (Pellice, Germanasca e Chisone), fatta eccezione per l’abitato di Fenestrelle, dove per altro esisteva un forte presidio gesuitico, per ricomparire con vigore nelle borgate della val Sangone e continuare a essere presenti in val Susa, nelle valli di Lanzo, in Valchiusella e in tutta l’area canavesana.

San Cristoforo dipinto a Camoglieres da Giors Boneto. Foto di Gian Vittorio Avondo.

 

Molte di queste, purtroppo sono in pessime condizioni mentre altre invece sono ancora ben conservate. Nella regione operarono principalmente due artisti che, pur non raggiungendo la fama di Hans Clemer, più conosciuto come il Maestro di Elva, o di Giovanni Baleison di Demonte, cui sono attribuiti gli affreschi delle Cappelle di San Sebastiano a Celle di Macra e a Marmora, lasciarono un ricordo significativo nella grande produzione di dipinti che ancora oggi ornano muri di abitazioni, oratori, o cappelle. Essi furono Giors Boneto e Giuseppe Gautieri.

Da quasi due secoli questi dipinti sono esposti agli insulti del tempo e del clima in un ambiente per nulla protetto.

 

Giors Boneto

Il primo nacque a Paesana, nella Valle Po, il 10 febbraio 1746. Della sua vita si sa ben poco e tutto ciò che conosciamo di lui è quanto rimane sui muri di molte case in Val Po, Valle Varaita e Val Maira. Si dedicò quasi esclusivamente ad affrescare, dietro commissione, le pareti delle abitazioni con rappresentazioni a carattere sacro. Di origini contadine, dipingeva per guadagnarsi da vivere. Non fu sicuramente un artista dotato di una gran cultura ma forse proprio per questo ebbe tanto successo a quei tempi.

Il suo stile del tutto personale, semplice e ingenuo, ricco di simboli ed essenziale, riuscì, evidentemente, di immediata comprensione e particolarmente gradito alle genti di montagna. Fu perciò assai richiesto ed operò in questo vallone negli anni 1807 e 1808, soprattutto nelle borgate di Torello, Tolosano, Reinero, San Sebastiano. I suoi soggetti preferiti furono le rappresentazioni sacre della Madonna, della Crocifissione, della Deposizione dalla Croce.

Nell’affresco ancora visibile su quanto rimane dell’antica segheria, accanto alla chiesetta di San Sebastiano, del 1807, è ad esempio raffigurata la Madonna, attorniata da angeli e assisa su nuvolette, con i Santi Martino, Bastiano e Matteo. A Tolosano, in val Maira, troviamo invece una crocifissione circondata dai simboli della Passione di Cristo: la lancia, il flagello, i dadi, il calice, la corona di spine, il gallo, la scala e altri ancora.

Dipinto di Giors Boneto, a Villar Sampeyre (CN). Foto di Gian Vittorio Avondo.

 

Da quasi due secoli le «Mistà» sono esposte agli insulti del tempo e del clima in un ambiente per nulla protetto, sicuramente non paragonabile all’interno di una chiesa o di un museo. In questi ultimi decenni hanno dovuto poi subire anche l’incuria dell’uomo, derivante dall’abbandono delle borgate, e in alcuni casi vere e proprie distruzioni in conseguenza di scriteriati interventi sugli edifici che li ospitano.

Nonostante ciò, si rimane non poco stupiti dalla bellezza di questi dipinti che, mantenendo ancora una più che discreta vivacità dei colori e una buona definizione delle figure, testimoniano le notevoli capacità tecniche, oltre che artistiche, di questo artista popolare.

Un’opera di Giuseppe Gautieri, a Villar Sampeyre (CN). Foto di Gian Vittorio Avondo.

 

Giuseppe Gautieri

Gautieri, invece, venne alla luce a Busca il 30 settembre del 1805 in una famiglia che aveva a capo Lorenzo, egli stesso frescante. Essendo però, come Boneto, un pittore nomade, che si trasferiva di volta in volta per le esigenze del suo lavoro, egli ebbe diversi luoghi di residenza: Rossana, in val Varaita, Levaldigi nella pianura ed infine Martiniana Po, nell’omonima valle.

Gli affreschi opera di questo pittore possono recare a firma tanto il suo nome quanto la curiosa dicitura «fratello di tre cavalieri». Ciò perché quella di Gautieri fu una famiglia di pittori, e due suoi componenti, Giovanni e Francesco – fratelli di Giuseppe e di lui più famosi – furono insigniti della croce del cavalierato per meriti artistici. Costoro dipinsero la decorazione neogotica che prese il posto dell’austera tinteggiatura grigio cenere nella cattedrale di Saluzzo.

Proprio a Gautieri, infine, è attribuita la raffigurazione della Madonna della Misericordia oggi collocata sull’altar maggiore del Santuario di Valmala, in val Maira, a suo tempo dipinta su un pilone votivo, oggi inglobato nella struttura.

Un’ultima considerazione riguardante le «Mistà» sono le numerose raffigurazioni della Sindone riscontrabili nell’area interessata a questa ricerca: Falicetto, Sampeyre, Corio, Chieri, Chiaverano, Murello, Barge, Susa, Venaus, Pinerolo in taluni casi, come ad esempio negli ultimi tre, attesterebbero il presunto passaggio del sacro lino nella località, durante il trasferimento tra Chambery e Torino.

Vuoi approfondire? Clicca qui.

 

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