Bastia, la terra Vecchia e la terra Nuova Città dal grande passato, capitale economica della Corsica, dall’aria un po’ ligure e un po’ provenzale, schiva come poche altre.
Di Andrea Carpi.
Bastia è oggi sede della prefettura francese del dipartimento dell’Alta Corsica. Ma sarà per la storia, per gli scambi commerciali che lo legano da secoli alla Liguria e alla Toscana, sarà per la posizione geografica e la vicinanza all’arcipelago toscano (l’Elba è un riferimento costante nella linea dell’orizzonte): il Cap Corse tende da sempre verso l’Italia e pare un’isola dentro l’isola, un mondo a parte fatto di piccoli paesi e torri di guardia, belle spiagge battute dal vento e strade strette e nervose che ogni tanto sembrano voler precipitare nel blu intenso del Mediterraneo. Il «dito» di Corsica è una terra di confine, un punto di partenza per pescatori e commercianti, una dorsale di monti e macchia mediterranea che l’uomo ha adattato con grande fatica e trasformato in terrazze coltivabili, dove domina la vite.
Bastia e Genova
Bastia è legata a doppio filo a Genova. In origine era il porto di Cardo, paese che ancora sopravvive sulle alture; un piccolo centro di pescatori e un’insenatura naturale da cui partivano le merci verso le città italiane, uno scalo controllato dai dominatori pisani e genovesi dal vicino insediamento di Biguglia. Nel 1372 il re di Aragona distrusse il villaggio e otto anni più tardi il governatore Leonello Lomellini iniziò i lavori di fortificazione, creando quella basteille, «bastiglia» , arroccata sul mare, che passando per il dialetto genovese diventerà Bastia, il nuovo nome della città. Genova non le darà solo il nome: la cittadella, i palazzi, le chiese, il gusto per l’arte, il potere, l’organizzazione economica e sociale avranno a lungo il marchio della Superba, che attraverso Bastia governerà la Corsica per oltre tre secoli. Per molti è il primo contatto con l’isola, la cartolina da fissare prima di scendere sul molo e ripartire verso qualche altra destinazione, lasciandosela in fretta alle spalle (grazie anche al tunnel sotto il porto, che permette di uscire più rapidamente). Ma non dedicarle qualche ora sarebbe davvero un peccato. Bastia è un porto importante (muove due terzi del traffico marittimo dell’isola ed è il secondo porto passeggeri di Francia dopo Calais) e una città di affari, ma ha un centro storico molto interessante e poco incline – rispetto ad altri – al turismo di massa.
Un giro in città
Appena usciti dal porto, in direzione sud, s’incontra la vasta Place Saint-Nicolas, con un ampio e comodo posteggio sotterraneo. Lunga circa 300 metri, ombreggiata da platani secolari e con l’elegante centrale gazebo per la musica, sul lato occidentale è punteggiata di bar, locali e tavolini all’aperto, dove sedersi per un caffè, un aperitivo o un bicchiere di Cap Corse della Maison Mattei (che qui ha anche un punto vendita). Superata la statua di Napoleone vestito da imperatore romano, si può imboccare Rue Napoléon e addentrarsi nella Terra Vecchia, l’antico quartiere dei pescatori che si sviluppa in modo irregolare intorno al porto. Lungo la via s’incontrano la Chapelle Saint-Roch, costruita a inizio Seicento, opera di artisti liguri, con il bel gruppo processionale in legno policromo del XVII secolo, e l’oratoire de l’Immaculée Conception, anch’esso di stile genovese sia nell’interno (ori, marmi e damaschi per le decorazioni barocche) sia nel sagrato, con un pavimento policromo che ricorda moltissimo i tipici risseu liguri. Con i suoi due alti campanili e la facciata che sbuca tra i tetti, Saint-Jean-Baptiste è la chiesa più grande della Corsica e la più importante della Terra Vecchia. Si affaccia su un vicolo stretto e venne costruita a metà Seicento e poi rifatta in stile barocco, con un trionfo di marmi e decorazioni. A pochi metri una targa ricorda la casa natale di Salvatore Viale, considerato il padre della letteratura in lingua corsa. Alle spalle della chiesa si apre la Place du Marché, la piazza del mercato, cuore della Terra Vecchia, con il vecchio palazzo della Mairie (il municipio) e una selva di bancarelle di frutta, verdura, formaggi, salumi e altre prelibatezze ad animarla e colorarla (soprattutto la domenica mattina).
Sui moli
Yacht di lusso e barche di pescatori convivono nel Vieux Port, delimitato per due terzi dal dedalo irregolare della Terra Vecchia e chiuso a un’estremità dalla cittadella genovese, la Terra Nuova. La Jetée du Dragon, il molo sul lato sud che termina con il faro, è perfetto per una passeggiata all’alba tra qualche bella foto dello skyline cittadino baciato dal primo sole e il rientro delle barche dei pescatori. Costruita dai genovesi tra il XV e il XVI secolo (ma la prima torre, ormai scomparsa, venne edificata dal governatore Lionello Lomellini nel 1380), la cittadella o Terra Nuova è stato il centro del potere genovese per secoli, l’epicentro della dominazione ligure sull’isola. Distrutti e ricostruiti più volte, le mura e i bastioni – con la monumentale porta Louis XVI, che introduce nella Place du Donjon, la piazza d’armi e il centro sociale ed economico della cittadella – ancora cingono l’abitato, dominato dalla mole del Palais des Gouverneurs, dove risiedeva il governatore nominato dal Banco di San Giorgio di Genova.
Il palazzo dei governatori e non solo
Il palazzo venne iniziato da Raffaello Grimaldi nel 1448 e terminato circa ottant’anni dopo: oltre agli alloggi del governatore c’erano sale pubbliche, la corte di giustizia e le cancellerie, una prigione e la caserma dei soldati del governatore. Ospita al suo interno il Museo della Città di Bastia, che attraverso dipinti, sculture, manufatti e una parte multimediale racconta sette secoli di storia della città, con particolare attenzione per il periodo genovese e per il patrimonio di arte italiana lasciato in eredità alla città dal cardinale Joseph Fesch. Una passeggiata tra vicoli, scalinate, vedute e case colorate permette di apprezzare la cittadella scoprendone i dettagli, come i contrafforti tra i palazzi o i portali di ardesia (chiaro segno del passaggio ligure), ma anche la graziosa Place Guasco, alla quale platani e locali eleganti donano una tipica atmosfera francese.
Le chiese
Da non perdere, all’interno delle mura, è anche la cattedrale di Sainte-Marie, realizzata su un edificio precedente nel Seicento, dopo il trasferimento della sede vescovile da Mariana a Bastia. La chiesa è in stile barocco (la facciata attuale è neoclassica, venne rifatta nel XIX secolo) e custodisce diverse opere d’arte, tra le quali una preziosa Madonna d’argento che viene portata in processione il 15 agosto. Un ultimo edificio religioso merita una visita, prima di lasciare la città: è Notre-Dame de Monserrato, nota anche come «chiesa della scala santa», perché contiene questa particolare opera (che si rifà a quella conservata a Roma nei pressi di San Giovanni in Laterano e che secondo la tradizione sarebbe la scala salita da Gesù per andare a giudizio da Ponzio Pilato). Nel mondo esiste una ventina di scale sante, quasi tutte in Italia, tranne quelle di Praga, Lourdes e, appunto, Bastia: questa venne concessa nel 1811 da papa Pio VII per l’aiuto che Bastia seppe dare ai religiosi esiliati in Corsica da Napoleone. Da qui si possono percorrere la D231 e poi a D31, scoprendo le alture di Bastia e gli splendidi panorami che regala, per tornare sulla costa a Miomo; oppure rientrare verso il centro della città e procedere a nord, iniziando l’esplorazione del «dito».
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