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Castelseprio: immagini dalla tarda antichità
12 giugno 2018

A Castelseprio si conserva un unicum dell’alto medioevo: una serie di affreschi opera di maestranze aggiornate sulla più pura tradizione tardo antica e bizantina. Una meraviglia artistica circondata da un parco archeologico altrettanto importante, patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Di Andrea Accorsi

Castelseprio, a pochi chilometri da Varese, impone un viaggio a ritroso nel tempo, fino all’epoca turbolenta della crisi dell’impero romano e delle invasioni barbariche. Qui, vicino all’attuale centro abitato i romani dopo il 300 d. C. costruirono un accampamento fortificato (castrum) del quale ci sono pervenute le mura, le fondamenta e parte degli edifici che vi furono costruiti nei secoli successivi. Posta su un pianoro in posizione sopraelevata, Castelseprio servì da punto strategico di avvistamento e presidio lungo le antiche vie di comunicazione: una strada militare attraverso la valle dell’Olona collegava Como con il Basso Verbano; poco lontano, nei pressi di Malnate, la stessa strada ne incrociava un’altra di vitale importanza per l’impero, quella che scendeva dai passi alpini per dividersi poi in due rami, uno verso Novara e l’altro per Milano. Decaduta sullo scorcio del Medioevo, questa eccezionale testimonianza dell’età tardoromana è rimasta nel limbo per secoli, prima di essere riscoperta e valorizzata come merita.

Affresco dipinto nella chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprio, rappresentante la prova delle acque amare, un rito descritto nella Bibbia.

 

Da Bisanzio alla damnatio memoriae

Durante il regno di Teodorico furono erette la casa-torre, la basilica di San Giovanni Evangelista, il battistero di San Giovanni Battista e le mura difensive, che si allungavano verso il fondovalle fi no al baluardo detto oggi Torba. In epoca longobarda (VI-VIII sec. d. C.) la fortificazione divenne il centro di un territorio molto vasto; a questo periodo risalgono alcuni ampliamenti della chiesa e di molte abitazioni. Dopo la caduta del regno longobardo passò sotto la dominazione carolingia, quale centro della contea del Seprio. La sua storia arriva fino alla fine dell’età comunale: dopo anni di tentativi, l’antica roccaforte fu distrutta nella notte del 28 marzo 1287, a conclusione della lotta persa dai Della Torre a favore dei Visconti per la conquista della Signoria di Milano. Gli edifici militari e civili furono rasi al suolo; si salvarono solo le chiese e i loro edifici di servizio.

Nel settore sud-occidentale del castrum ci sono resti di abitazioni di diverse epoche (datate tra V-VI e XIII secolo), più volte ristrutturate anche a causa di numerosi incendi. Il quartiere annovera strade acciottolate, pozzi, canalette di scolo, tubature in terracotta e muri di recinzione.

L’arcivescovo Ottone Visconti decretò che non vi si ricostruisse né si abitasse mai più; tale divieto fu soppresso solo nel 1786. In realtà il luogo fu ancora abitato, ma solo da religiosi e fino alla fine del Cinquecento. Poi, la vegetazione ricoprì tutto per secoli. I primi occasionali ritrovamenti avvennero nel 1809 a opera del nobile Giacomo Perucchetti; ricerche successive ebbero il solo scopo di asportare oggetti preziosi. Il recupero, lo studio e la conservazione furono avviati nella metà del secolo scorso e proseguono fino ai nostri giorni. Nel 2011 il sito è stato iscritto nella lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Resti della Chiesa di San Giovanni Evangelista nel Castrum di Castelseprio. Foto di Adelchi, via Wikimedia Commons.

Il tesoro più grande: gli affreschi

Il parco archeologico di Castelseprio (via Castelvecchio, 1513) comprende una zona fortificata, che scende a valle fino a Torba, e un borgo esterno a essa. Quest’ultimo costituiva un insediamento popoloso, a sua volta difeso da mura; sul colle settentrionale sorge l’oratorio di Santa Maria (Santa Maria foris portas). L’edificio, a pianta triconca tardoromana, subì modifiche fino al tardo Rinascimento: restano tracce di demolizioni e ricostruzioni, aperture e chiusure di finestre e porte. Un prezioso ciclo di affreschi altomedievali riveste l’abside maggiore: narra le vicende di Maria e l’infanzia di Cristo secondo il racconto dei Vangeli apocrifi. La superba qualità delle pitture pone interrogativi, forse destinati a restare irrisolti, sull’autore, sulla sua formazione culturale (occidentale o bizantina?) e sulla datazione, che oscilla tra VI-VII e VIII-IX secolo. Sepolture sono sia all’interno che fuori dall’edificio, nel cimitero altomedievale e medievale lungo i muri perimetrali.

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Il parco archeologico

Si accede al castrum attraverso una stretta striscia di terra, in origine su un ponte protetto da un torrione. Posto in una posizione naturale rialzata sulla valle e già difeso dai versanti a strapiombo sulla valle dell’Olona, il pianoro è stato fortificato in fasi successive. La prima cinta muraria fu eretta tra V e VI secolo; era dotata di torri quadrangolari e aveva un perimetro lungo circa 900 metri, che a Est scendeva fino a comprendere Torba. Se ne sono conservati ampi tratti con i resti di sette torri. Nato come fortilizio militare, Castelseprio divenne poi centro abitato e luogo di culto. Il centro religioso paleocristiano comprende una basilica, il battistero e il cimitero. La basilica di San Giovanni Evangelista (VI-VII secolo) era a tre navate, divise da due file di cinque pilastri ciascuna, e con una sola abside; l’impianto originario subì modifiche nel Medioevo, quando fu aggiunta l’abside meridionale.

Cisterna nei pressi della Chiesa di San Giovanni, Castrum di Castelseprio. Foto di Adelchi, via Wikimedia Commons.

 

Il battistero paleocristiano dedicato al Battista (V-VI secolo) ha forma ottagonale e un pavimento a piastrelle geometriche in marmi bianchi e neri. La vasca battesimale era collegata con una cisterna, in cui venivano raccolte le acque piovane. Anche il battistero è stato più volte modificato in età medievale e romanica. Lungo un lato della basilica si allinea una torre d’avvistamento più antica, che ne sarebbe diventato il campanile. Vicino ad essa, la casa dei Canonici aveva altari dedicati a San Vittore e a San Pietro; nel XV secolo un vano fu decorato con affreschi a girali vegetali. Di fronte alla casa dei Canonici, occupata fino al Cinquecento, una costruzione bassomedievale era l’abitazione di laici al servizio dei religiosi. Nel settore sud-occidentale del castrum ci sono resti di abitazioni di diverse epoche (datate tra V-VI e XIII secolo), più volte ristrutturate anche a causa di numerosi incendi. Il quartiere annovera strade acciottolate, pozzi, canalette di scolo, tubature in terracotta e muri di recinzione. Altre tracce di costruzioni sono a nord della basilica. Si distingue una casaforte, che potrebbe risalire al V-VI secolo, su due piani e in un’area protetta da un fossato: doveva essere la residenza dell’autorità dell’insediamento.

Maestro di Castelseprio, Cristo benedicente. Foto via Wikimedia Commons.

 

L’Antiquarium

A sud del complesso di San Giovanni c’è un altro edificio sacro, la chiesa di San Paolo, pregevole esempio di architettura romanica. Esagonale, con absidiola a oriente e spartita all’interno da sei colonne che reggevano un ambulacro, pure colonnato, probabilmente aveva funzione di chiesa palatina, cioè riservata ai conti di Castel Seprio. Le due torri interne alla cinta muraria, a pianta quadrata e con lato di 2,20 metri, secondo alcuni appartengono al primo sistema difensivo: non presentano materiali di reimpiego, che vennero invece utilizzati nelle mura e nelle torri della cinta. Il conventino di San Giovanni, probabile romitorio francescano del XIII secolo, passò poi ai Francescani di Gallarate. Gli si affiancarono abitazioni a due piani e la chiesa, della quale si colgono tracce di diversi rifacimenti. L’abside è affrescata con il Cristo risorto dipinto da Francesco da Gattinara (1532). Il complesso, circondato da alte mura e con un portale secentesco, racchiude un cortile porticato su uno dei due lati e un pozzo. Giunto a noi quasi integro nelle linee originarie, dopo alcuni lavori di restauro è stato destinato ad Antiquarium e aperto al pubblico nel 2009. Vi si conservano reperti trovati a Castelseprio, dai più antichi, risalenti a un insediamento protostorico, ai più recenti del periodo longobardo e della successiva distruzione. Un grande plastico ricostruisce le mura e gli edifici più importanti del sito archeologico.

Vuoi approfondire? Clicca qui.

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