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L’Isola Comacina
7 marzo 2022

L’ Isola Comacina è l’unica isola del Lario, una splendida gemma che si specchia nel lago avvolta da una natura quasi incontaminata.

di Elena Percivaldi.

L’ Isola Comacina è una vera e propria culla di storia e architettura nonostante le piccole dimensioni (ha un’area di appena sette ettari e mezzo). Per la sua posizione chiave a controllo dei passi alpini e delle vie di comunicazione lacustri, l’isolotto fu in epoca romana un importante presidio militare che divenne cruciale allorquando, dal III secolo in poi, il cuore dell’impero iniziò a subire la minaccia sempre più pressante dei popoli «barbarici». Sul Lario era schierata una flotta al comando di un prefetto, e nel VI secolo il comando della guarnigione militare di stanza sull’isola fu affidato al magister militum Francione, che tuttavia dopo una lunga resistenza soccombette all’arrivo dei Longobardi e fu costretto a fuggire a Ravenna lasciando ai nuovi padroni d’Italia ingentissimi tesori.

Isola Comacina

Un particolare del pavimento a mosaico del battistero del V secolo.

Il culto di sant’Eufemia

Oltre che roccaforte militare e politica di primaria importanza, tra l’epoca tardoantica e l’alto Medioevo l’isola divenne anche un punto di riferimento religioso per le popolazioni lariane. Stando a una tradizione non verificabile, verso la metà del V secolo il vescovo di Como Abbondio, di ritorno dal concilio di Calcedonia, fece erigere sull’isola un oratorio dedicato a sant’Eufemia, di cui promosse largamente il culto. Nel secolo seguente l’edificio, come abbiamo accennato parlando della cattedrale comasca, divenne emblematico dello scisma tricapitolino, diffuso sul Lario dal vescovo Agrippino. Il prelato alla sua morte, sopraggiunta nel 616, chiese di essere seppellito proprio in Sant’Eufemia, sull’Isola Comacina. La chiesa venne completamente rifatta in forme romaniche nel 1031 a opera del vescovo di Como Litigerio il quale ne fece anche la sede del collegio canonicale.

Isola Comacina

L’Isola Comacina.

 

Parallelamente l’Isola Comacina vide la costruzione di altri edifici religiosi, ben nove, che vennero tutti quanti rasi al suolo dai comaschi nel 1169 a conclusione del lungo conflitto che aveva opposto Como, alleata dell’imperatore Federico Barbarossa, a Milano, sua acerrima nemica: una guerra, quella tra i due Comuni, che era iniziata mezzo secolo prima e aveva visto episodi efferati come la distruzione, nel 1127, della città lariana da parte dell’esercito milanese. A seguito della rappresaglia comasca, intrapresa perché l’isola aveva preso le parti di Milano, anche Sant’Eufemia venne distrutta fino quasi alle fondamenta. Il sito venne abbandonato a favore della nuova basilica, intitolata anch’essa a Sant’Eufemia (e San Vincenzo), prontamente edificata a Isola, frazione di Ossuccio, per fornire conforto religioso ai profughi riuniti intorno alla lapide sepolcrale di Agrippino (che qui tuttora si conserva).

Isola Comacina

L’attuale chiesa di San Giovanni Battista, costruita su ruderi romani.

 

Lasciati in balia della vegetazione e del degrado, i ruderi vennero riscoperti e studiati solo a partire dal 1914 grazie agli scavi archeologici diretti da Ugo Monneret de Villard, cui seguirono ulteriori indagini nel 1958 e in tempi recenti. Tali interventi permisero di riportare via via alla luce l’intero perimetro della chiesa romanica, lunga oltre cinquanta metri e costituita da tre navate absidate scandite da colonne ottagonali (una rarità in Lombardia) e con presbiterio rialzato, la cripta, il portico e infine le tracce della precedente basilica tardoantica. Gli scavi del 1958 portarono alla riscoperta anche di altri edifici religiosi che sorgevano nelle vicinanze e di molti materiali, ora esposti presso l’Antiquarium della vicina Ossuccio. A poca distanza da Sant’Eufemia, in un’area sopraelevata, si trovava infatti un’altra chiesetta di 13,5 metri per 4, con sepolture, a sua volta costruita in epoca tardoantica su una villa o un santuario romano e sui cui ruderi nel Seicento venne elevata l’attuale chiesa di San Giovanni Battista. Sempre nello stesso settore, infine, è emerso un battistero del V secolo ad abside unica, orientato est-ovest e ornato di un pavimento a mosaico (il tema è il pesce, tipicamente cristiano) e dotato di vasca ottagonale per il rito a immersione.

Isola Comacina

Il battistero.

 

Il battistero fu ingrandito tra l’VIII e il IX secolo grazie a una seconda abside e le pareti vennero affrescate con bei motivi geometrici. Anche di questi edifici, così come della chiesa di Santa Maria col Portico che sorgeva al centro dell’isola – ad aula unica con abside semicircolare e preceduta, appunto, da un portico (sorse in epoca romanica su un preesistente oratorio paleocristiano) –, si era persa del tutto la memoria dalla distruzione del 1169.

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