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Alpinisti ciabattoni. Lo «scapigliato» Achille Giovanni Cagna, giunto a quarant’anni, pubblicò alcuni romanzi estrosi, veri assalti agli schemi narrativi in cui l’eredità manzoniana sembrava voler rinchiudere la lingua italica del secondo Ottocento.
Alpinisti ciabattoni (1888) è il suo capolavoro: un’esilarante «descrizione dei malanni e degli inconvenienti della villeggiatura» tardottocentesca di una matura coppia di bottegai in vacanza sul lago d’Orta. Un’irresistibile, comica odissea di disagi e seccature, nel bel mezzo di un’umanità vacanziera descritta con sapido umorismo nei suoi vezzi grotteschi, attraverso una lingua irrequieta, ricca di invenzioni, dialettismi e purismi spiazzanti.
Amato da Croce, da Montale (che ne esaltò la «lingua vistosa che dipinge a guazzo») e da Calvino (che inserì il romanzo nella mitica collana Centopagine di Einaudi), Alpinisti ciabattoni è un piccolo, eccentrico capolavoro da rileggere con gusto, in quella «linea macaronica» della letteratura italiana che da Faldella conduce a Gadda (anche lui, del resto, lettore entusiasta del romanzo).
Un capolavoro della nostra letteratura umoristica. Un testo senza tempo, da leggere e rileggere.
«Cagna non è autore politicamente impegnato e nella caricatura della piccola borghesia esprime la sua avversione intellettuale per il perbenismo dominante: ma le sue pagine risultano sferzanti e colgono un elemento che sarà essenziale nella storia italiana successiva.
Sarà proprio quella piccola borghesia preoccupata dalle minacce rivoluzionarie, bisognosa di rassicurazioni sociali e di garanzia, tenacemente aggrappata alle proprie convenzioni e tradizioni, a costituire la base sociale di riferimento del regime fascista: ai sor Gaudenzio, alle signore Martina e al loro egoismo, il Duce venderà l’immagine dell’ordine, la sicurezza dei guadagni, la punizione degli agitatori. Con tutto quello che ne è conseguito…» (Gianni Oliva)
ALPINISTI CIABATTONI, L’AUTORE:
Achille Giovanni Cagna (Vercelli 1847-1931) è stato uno dei più originali rappresentanti della scapigliatura. Amico di Giovanni Faldella, Giuseppe Cesare Abba ed Edmondo De Amicis, dopo esordi narrativi patetico-sentimentali, pubblicò una serie di romanzi in cui mise in atto una ricerca linguistica quasi espressionistica, testi spesso umoristici, tra cui Provinciali (1886) e La rivincita dell’amore (1891). Il suo capolavoro, però, è Alpinisti ciabattoni (1888, nuova ed. 1925 per i tipi di Piero Gobetti Editore).
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